Un anno non ha la stessa durata per chiunque lo attraversi: il Gender Equality Index lo rende evidente.
Gender Equality Index 2025
Il 2 dicembre, durante la presentazione ufficiale del Gender Equality Index 2025, un dato ha fatto più rumore degli altri: in Europa, le donne guadagnano solo il 77% del reddito annuo degli uomini.
Tradotto: ogni anno le donne devono lavorare in media 15 mesi e 18 giorni per portare a casa lo stesso reddito di un uomo.
Questi tre mesi e 18 giorni vengono “persi” ogni anno a causa del divario retributivo, e si amplificano ulteriormente nelle pensioni e nel reddito lungo tutto l’arco della vita.
63,4 su 100: capire davvero cosa significa
Il nuovo Indice — ripensato per la prima volta dal 2013 — misura quanto donne e uomini abbiano lo stesso accesso, le stesse opportunità, la stessa protezione in sei aree fondamentali: lavoro, denaro, conoscenza, tempo, potere, salute.
Un punteggio di 63,4/100 non indica “quanto siamo vicini” all’uguaglianza, ma quanta strada resta da fare per raggiungere una condizione in cui il genere non determini la vita delle persone.
Ed è proprio nelle differenze tra le donne che questa distanza diventa più evidente.
Le differenze tra le differenze
Le card Etnia/Diaspora, Nazionalità Migrante e Posizione Socio-economica non descrivono identità.
Descrivono condizioni di lettura: i contesti in cui la credibilità, l’ascolto e l’accesso alla protezione non sono garantiti in modo uniforme.
In questi contesti, il ghost quarter non è solo un dato economico: indica il margine reale di possibilità.
Ci dice quanto tempo viene tolto alla scelta, al cambiamento, alla possibilità di sottrarsi a situazioni che non proteggono.
Dove nasce la distanza
Una donna che vive una condizione migrante può trovare la propria voce filtrata dalla lingua che parla o dal suo status giuridico.
Una donna in posizione socio-economica instabile ha meno chance materiali di interrompere relazioni o contesti che generano rischio.
Una donna appartenente a un contesto diasporico può vedere la propria esperienza compressa in categorie che non lasciano spazio alla complessità.
In questi tre assi, la violenza non è un “evento”.
È la conseguenza di possibilità ridotte, ascolti interrotti, protezioni non simmetriche.
Cornici che orientano ciò che vediamo
Il punto è riconoscere che le cornici orientano ciò che vediamo e ciò che ignoriamo.
Nello specifico, parliamo di cornici di interpretazione: quelle strutture — linguistiche, sociali, istituzionali — che stabiliscono cosa appare credibile, cosa appare urgente, cosa appare “normale”.
E proprio il nuovo Index ci mostra che la distanza non è solo numerica.
È una distanza di riconoscimento.
Donne ed Posizione Socio-Economica
Educare È il Primo Atto di Cura.Conclusione: trasformare il dato, trasformare il possibile
Il Gender Equality Index 2025 non misura soltanto il divario.
Misura le condizioni che lo rendono trasformabile.
Il ghost quarter ci racconta il tempo sottratto.
I modelli culturali possono indicarci come restituirlo: ampliando l’ascolto, distribuendo le opportunità, ripensando le condizioni che precedono la violenza e non solo quelle che la seguono.
E non c’è futuro senza modelli culturali capaci di rileggerli — e trasformarli.








