In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Il pensiero che precede il gesto

Tutti gli esiti possibili della violenza nascono da modelli che la rendono pensabile.
Educare è il primo atto di cura.

La violenza non è un gesto improvviso, né un fatto privato.
Non comincia nello spazio in cui si manifesta: comincia in ciò che una società considera possibile, normale, accettabile.

Prima del gesto ci sono gli sguardi.
Prima degli sguardi ci sono le parole.
Prima delle parole ci sono gli schemi interpretativi che decidono quali differenze contano, quali vulnerabilità possono essere ignorate e quali narrazioni finiscono per passare sotto silenzio.

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: 25 novembre tutti i giorni

Dal 25 novembre al 10 dicembre — giorno dell’adozione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani — condividiamo dieci spunti di riflessione per leggere la violenza là dove prende forma: nei processi che la rendono pensabile prima ancora che visibile.

Dieci card, dieci prospettive sulla violenza culturale

Sono dieci card, ciascuna dedicata a un punto di vista specifico, attraverso cui comprendere come una dimensione della diversità possa diventare un filtro interpretativo che altera l’ascolto, attenua il riconoscimento o giustifica l’abuso:

  • Razzializzazione

  • Genere e Aspettative di Ruolo

  • Appartenenza Religiosa

  • Orientamento Sessuale

  • Etnia e Diaspora

  • Nazionalità Migrante

  • Classe Socio–Economica

  • Lingua e Accento

  • Disabilità

  • Età

Donne e Razzializzazione.

Educare È il Primo Atto di Cura.

Tutti gli esiti possibili della violenza nascono da modelli culturali che la rendono pensabile.

Quando il tuo corpo viene interpretato prima di essere ascoltato, anche la verità diventa un’ipotesi.

Donne e Genere.

Educare È il Primo Atto di Cura.

Tutti gli esiti possibili della violenza nascono da modelli culturali che la rendono pensabile.

Nessun ruolo è naturale. Quando le letture sociali li presentano come tali, il rischio è imparare a sopportare.

Come i vissuti vengono interpretati: ciò che resta prima della narrazione

Ogni card non descrive un vissuto, ma un modo in cui il vissuto viene letto: uno schema, un cliché, una cornice simbolica, una categoria che precede la persona e ne riduce la complessità.

Oggi pubblichiamo le prime quattro, un percorso che non parla di emergenze, ma di immaginari — e delle responsabilità condivise che abitano ogni immaginario.

Donne e Appartenenza Religiosa.

Educare È il Primo Atto di Cura.

Tutti gli esiti possibili della violenza nascono da modelli culturali che la rendono pensabile.

Non è il patrimonio simbolico a creare i limiti: sono le interpretazioni morali a trasformarlo in controllo.

Donne e Orientamento Sessuale.

Educare È il Primo Atto di Cura.

Tutti gli esiti possibili della violenza nascono da modelli culturali che la rendono pensabile.

Quando il desiderio viene giudicato prima di essere riconosciuto, sono le categorie gerarchiche a trasformare la differenza in colpa.

Ciò che può essere pensato può essere trasformato

La violenza non comincia quando ferisce.
Comincia quando diventa pensabile.
E tutto ciò che può essere pensato può anche essere trasformato: una parola alla volta, uno sguardo alla volta, uno schema alla volta.

La cura comincia da qui: dal coraggio di disimparare ciò che ha reso la violenza dicibile e dalla volontà di modellare, insieme, il linguaggio che permette di riconoscerla.